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IoT e coinvolgimento dei cittadini:
ecco come funziona la smart city

Sogni una smart city e una gestione dei trasporti più efficiente? Vorresti ottimizzare i consumi grazie alle energie rinnovabili? Vorresti un’amministrazione comunale ed enti più snelli in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini in tempi rapidi? Una risposta a queste domande c’è.

Si chiama, appunto, Smart City ed è la nuova concezione della città in cui la tecnologia migliora la qualità della vita. Alcuni di questi vantaggi li viviamo già: car e bike sharing, metropolitane a guida autonoma e miriadi di app come quelle dei servizi di food delivery (vedi il nostro articolo in merito), sono ormai l’abc. Bello, sì. Ma non basta. Serve un progetto preciso e strutturato. Un progetto che coinvolga più attori: amministrazioni, cittadini, istituzioni, enti, imprese. Solo così si può trasformare la città e si possono convincere i più restii a vivere i benefici del digitale. Di questi se ne possono adottare molti, certo, ma i più importanti, almeno all’inizio, sono tre:

  • La creazione di una rete smart grid, ovvero reti elettriche che riducono l’impatto ambientale. Si va infatti da energie rinnovabili (es. fotovoltaico o energia idroelettrica) a soluzioni ibride (es. rinnovabili combinate a biomasse o sistemi geotermici);
  • Il citizen engagement, il coinvolgimento dei cittadini con l’adozione di formati digitali per le documentazioni fiscali, gli esami medici, gli atti giudiziari e comunque di tutti gli strumenti che favoriscono la semplificazione burocratica. A tal proposito possiamo citare e-Estonia, programma che ha digitalizzato molti aspetti della vita in Estonia. Un progetto nato dieci di anni fa che, arricchito da intuizioni sempre nuove, ha consentito al paese baltico di aggiudicarsi il digital summit del 29 settembre prossimo in cui si discuterà di condivisione e diffusione dei dati in rete e della protezione degli stessi (qui il nostro articolo);
  • E, infine, ma non certo per importanza, la creazione di soluzioni per rendere i trasporti cittadini più puntuali ed efficienti. Un esempio? Il sistema sviluppato dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio Nazionale delle ricerche di Pisa, dal MIT di Boston e dal Swiss Institute of Technology. Il sistema calcola uno spazio temporale specifico utile ai veicoli per fermarsi, sostituendosi ai semafori. Non solo. Per evitare collisioni, la velocità di ogni veicolo viene monitorata da una piattaforma che gestisce il traffico grazie a tecnologie Machine-to-Machine.

La combinazione di queste tre intuizioni, insieme a tutte quelle che si vorranno sperimentare, renderanno la città davvero smart. Si arriverà all’Internet of Everything (ben raccontato nel video di Cisco qui sotto), dove ogni cosa sarà (inter)connessa. Un futuro che spaventa? Assolutamente no, perché tecnologia e coscienza critica correranno su binari paralleli e saranno sempre più importanti.

Be Positive!

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