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La rivoluzione della conversazione:
arrivano i BOT!

In un recente articolo che si prefiggeva di individuare le tendenze digital 2017 vi abbiamo parlato di Bot, accennandone caratteristiche e vantaggi principali. Di questo tema se ne parla insistentemente da qualche mese, da quando, all’ultima conferenza degli sviluppatori Facebook, Mark Zuckerberg ha annunciato l’inizio dell’era a loro intitolata. Come già vi avevamo preannunciato, i Bot non sono altro che software in grado di simulare la conversazione umana, robottini che si insinuano nelle chat di messaggistica istantanea già esistenti, trasformandole in piattaforme sulle quali comprare, cercare e conversare. Il loro campo d’azione è principalmente quello delle chat, su tutte Facebook Messanger dove già se nel mese di agosto 2016 se ne contavano circa 11mila.
I Bot non sono di per sé una novità assoluta, in passato venivano infatti utilizzati come strumenti di assistenza: la nostra amata Siri, installata sui dispositivi Apple già da qualche anno, non è nient’altro che la madre delle versioni di Bot più evolute. Il perfezionamento dell’intelligenza artificiale e la diffusione delle app di messaggistica real time hanno però progressivamente aumentato le possibilità dei robottini di interagire con gli utenti, grazie ad una migliore capacità di interpretazione delle domande. Nati quindi per compiere azioni ripetitive e automatiche, si sono trasformati in meccanismi intelligenti, che le aziende possono sfruttare a proprio favore nell’iter comunicativo con i propri clienti, abituali e non.
Ad oggi i Bot sono programmi che comunicano con l’utente tramite canali che di solito vengono utilizzati da altri utenti, come una chat, e che si rivolgono ad essi mediante un linguaggio naturale, risultando semplici, immediati e addirittura amichevoli. Insinuandosi dove l’utente non si aspetta, sono in grado di instaurare con essi una vera e propria conversazione, cogliendo il senso delle domande e fornendo risposte coerenti. Possono dunque essere interrogati per ottenere le informazioni più disparate,dalle ricerche al meteo, e possono addirittura inviare notizie in tempo reale, siano esse news, sconti o semplici pubblicità.
Il vero vantaggio dei Bot, si concretizza però nella capacità di aggirare l’ostacolo tipico delle app: invogliare l’utente a scaricare un’applicazione sul proprio smartphone, loggarsi e utilizzarla con continuità. Servendosi infatti di elementi già presenti sugli schermi di ognuno di noi, non necessitano di nessun download dedicato e vanno a modificare le abitudini di dialogo tra aziende e utenti direttamente dall’interno.
La messaggistica diviene dunque la nuova faccia della ricerca, portando con sé l’interfaccia più umana che esista: si parla infatti di vera e propria rivoluzione della conversazione, un cambiamento dirompente che potrà modificare industrie, processi e interazioni. Già nel 2015, le app di messaggistica instantanea hanno superato i social media, ed è quindi in questa direzione che si devono concentrare gli sforzi delle imprese. Circa 10.000 aziende stanno già sviluppando Bot intelligenti in grado di aiutarle nel perseguimento dei propri obiettivi di business: basti pensare a Burger King, che si prepara a rilasciare a breve un programma in grado di prendere direttamente le ordinazioni dell’utente e segnalare il punto vendita più vicino per il ritiro.
E’ così che le imprese possono migliorare, attraverso questa nuova evoluzione tecnologica, le proprie prestazioni di servizio al consumatore, comunicando con esso tramite un software che parla loro in modo estremamente famigliare, ma che può essere in grado di guidarli efficacemente nel processo d’acquisto o fungere da customer service.

Facciamo però un po’ di chiarezza sulle effettive possibili declinazioni che i Bot possono assumere, dividendoli in 3 macrocategorie:

  • Bot in app: si inseriscono in app dotate di chat che sono in grado di comunicare con essi;
  • Bot vocali: proprio come Siri sono basati sull’audio e cercano di rendere l’uso dei Bot ancora più immediato;
  • Chatbot: sono i Bot più diffusi, quelli che si insinuano direttamente nelle chat e che sono in grado di simulare un meccanismo di domanda e risposta. I più noti al momento sono quelli sviluppati da Telegram, app di messagistica instantanea che ha sviluppato nel tempo tutta una serie di questi “aiutanti testuali”.

Le possibilità sono dunque molteplici e le potenzialità infinite: le imprese possono iniziare a pensare ad un dialogo diverso con i propri clienti, ancora più intimo e personale. Lo possono fare non solo intercettando gusti e preferenze, e quindi profilandoli, ma anche insinuandosi nei meccanismi di navigazione, proponendo l’offerta giusta al momento giusto. Musei, ristorazione e servizi sono solo alcuni dei settori che hanno deciso di percorrere questa strada…. e dunque forza 2017! Non aspettiamo altro che scoprire quali altre sorprese ci riserverai!

Be Positive!

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